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#05 – AkkaLaGrandeSignora

Questa è la storia di AkkaLaGrandeSignora
Questa è una storia che crea un Gigantesco Abbraccio.

AkkaLaGrandeSignora non ha età e non ha casa ma di sicuro è Donna, come donna è la sua strana bocca, la sua calda mantella, la sua preziosa corona.

I suoi impercettibili movimenti sono donne che camminano senza sosta, le sue braccia sono donne che accolgono e le sue gambe sono donne che sorreggono.

In questo momento però AkkaLaGrandeSignora è quasi immobile.
Ci guarda tutti e a volte è preoccupata, a tratti è delusa e allo stesso tempo speranzosa!
Ci vede realmente per quanto siamo piccoli, tutti indifesi e tutti uguali.
Ci osserva e ci rimprovera perché da sempre cerca di darci protezione ma – da troppo tempo – si vede tradita dai nostri stupidi comportamenti.

AkkaLaGrandeSignora, nonostante questo… non smette di nutrirci.
Dall’Acqua che le scorre al posto dei capelli… sa che potrà ancora dissetarci.
Dal Sole e dalla Luna che protegge nel suo diadema… sa che potrà darci la giusta energia e il giusto silenzio.
Dalle Stelle che la vestono… sa che potrà darci la giusta Luce.

Akka è Madre, è Culla, è Clessidra. È Tonda, è Piena, è Morbida.
È la Carta che chiude il Cerchio, è la Tana che mai nega Rifugio.
È fatta di strati e croste, si nutre del fuoco che le arde nel ventre ed è sorretta dalle cime che la abitano.
Ancora una volta e anche oggi ci tende le sue braccia che – come fossero radici – ci avvolgono.
Proprio adesso, tutti insieme, siamo stretti in un gigantesco abbraccio che ogni cosa può curare.

AkkaLaGrandeSignora ha scelto – oggi più di ieri – di farci sentire meno soli. AkkaLaGrandeSignora ha scelto – oggi più di ieri – di perdonarci e di cullarci ancora nel suo ruotare che tutto può contenere.

STORIE DI UN DISEGNO. Dall’Inchiostro alle Parole
di Pellegrino Capobianco ed Anastasia Marsella

Storia di una villa palladiana

Nel veneto un grandioso sistema territoriale si è andato a costituire nel tempo, composto da numerose ville, che riuniscono i caratteri di residenza signorile e insieme di centro agrario. Esse hanno trovato la loro più alta definizione architettonica con Andrea di Pietro dalla Gondola, detto il Palladio, il quale raggiunge, a partire dalla metà del XVI secolo, una piena consapevolezza urbanistica, nell’integrare, con maestria, le ville al contesto circostante.

A pochi chilometri da Vicenza si trova il complesso della Villa Piovene da Schio, contornata da un ampio giardino con grandi viali di piante e ampi spazi verdi.

Il complesso è stato costruito nella seconda metà del ’600 dalla Famiglia Piovene, su progetto, d’ispirazione palladiana, dall’architetto e ingegnere Antonio Pizzocaro, ingrandita in seguito, nel sec. XVIII, con l’aggiunta del portico verso il parco settecentesco, per un bell’esempio di giardino all’italiana.

La villa è stata ereditata poi dalla famiglia da Porto e in ultimo dalla famiglia da Schio, l’attuale proprietaria, che ha deciso per un duplice motivo, uno di carattere affettivo e l’altro di carattere economico-imprenditoriale, di restaurare l’intero complesso.

Il restauro, come sostiene l’architetto Giacomo di Thiene, ha lo scopo di restituire piena funzionalità all’intero complesso ed ha interessato, pertanto, sia gli interni sia gli esterni dell’edificio: tetti, pavimenti, stucchi, decori ed inferriate.

La villa veneta va vissuta non solo come residenza, ma come polo di attività – sostiene l’attuale proprietario Giovanni da Schio – il cui scopo è conservarla e tramandarla, con amore, alle prossime generazioni, ma con la visone moderna di renderla fruibile al pubblico, aprendo così le porte ai visitatori.

Pellegrino Capobianco