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Dall’inchiostro alle tele

Dalla serie di inchiostri realizzati dal 2015 al 2024, nasce la serie di opere dal titolo “Dall’inchiostro alle tele”.

Affascinato da quei segni rapidi, sinuosi e tortuosi che il nero inchiostro lascia su lisci fogli di carta, ho deciso di riportare quei grafemi e quelle immagini tracciate con la punta sottile di un pennino su tele di grandi dimensioni, riappropriandomi della pittura ad acrilico da sempre il mio principale mezzo di espressione.

Le immagini, simboliche e detentrici di antiche virtù morali, religiose e culturali, si prestano a nuove interpretazioni,  punto di partenza di un’introspettiva attività creativa.

In un mondo in cui la tecnologia, la computer grafica, l’intelligenza artificiale consentono di rappresentare con credibilità il mondo reale, e di crearne di nuovi, le mie tele affidano alla sola forza del segno grafico, l’intento di raffigurare ed indagare l’universo reale e fantastico che mi circonda.

Il Tamburo di latta

Il Tamburo di latta – Acrilico su tela – 120 x 80 cm

Camminata nel sottosuolo

Il mito di Persefone (Kore, la giovinetta), figlia della dea Demetra. Fanciulla di straordinaria bellezza, di cui si innamora il re degli Inferi, Ade, che decide di rapirla con il suo carro spettrale e di portarla nel sottosuolo.

La fanciulla, non sa dove si trovi, nel passeggiare nel mondo degli spiriti ne è affascinata e terrorizzata allo stesso tempo. Quel mondo è molto simile a quello da cui proviene, le cose e le persone che lo abitano sono però eterei, senza consistenza, leggeri, privi del peso che il corpo terreno gli conferiva in vita, mica male come situazione.  Tutto è nuovo intorno a lei, tutto è da scoprire, ma il fatto di essere stata rapita proprio non le va giù. Non poteva invitarla? Lei sarebbe scesa volentieri per un appuntamento. Ade era carino e la location niente male, e poi qualche ora lontano dalla onnipresente madre era quello che da sempre desiderava. Ora però non voleva dargli soddisfazione, quindi prima cosa… pratica del silenzio, seconda cosa: sciopero della fame.

Tuttavia i giorni passavano ed il cibo era così vivo, colorato e invitante che alla vista di una melagrana rosso sangue, proprio non riesce a trattenersi: nessuno se ne sarebbe accorto, giusto  un chicco di melagrana. Ahimè, assaggiarla  vuol dire anche restare per sempre in quel mondo, queste sono le regole dell’Inferno: chi mangia il cibo di Ade per sempre nell’Ade deve restare.

Sulla Terra però ad aspettarla c’era la madre, Demetra, la signora delle messi, dei raccolti, dell’agricoltura che da quando era scomparsa la figlia aveva dato di matto: aveva fatto appassire la vegetazione, niente più fiori e frutta fresca, e abbandonata qualsiasi cura di se stessa, nemmeno più il bagno faceva più, piena di dolore, si mette in cammino a cercarla in tutto il Globo. Durante le indagini, viene a scoprire che a rapirla era stato Ade e che ormai dimorava agli Inferi. Demetra era incandescente per affronto subito, decise allora di scomodare il padre della fanciulla, il sommo Zeus, il quale fu costretto a richiederne subito la restituzione.  Ahimè, in quel momento tutti scoprirono che Persefone aveva mangiato del cibo infernale e questo l’ancorava per sempre a quel mondo, la legge era chiara e di fronte a questo nemmeno il potente  Zeus poteva fare qualcosa.

La sorella Demetra non accettò la risposta negativa e minacciò Zeus della rovina in cui avrebbe scaraventato il suo di Mondo. Dopo giorni di trattativa il mondo dell’Olimpo e quello degli inferi trovarono un accordo:

 Ade avrebbe sposato Persefone e ne avrebbe fatto la sua regina, lei avrebbe abitato nel sottosuolo sei mesi all’anno, gli altri sei mesi lei sarebbe ritornata in superficie e li avrebbe trascorsi con la madre, occupandosi della rinascita della vegetazione e dei raccolti.
Così sia detto e così sia fatto! Amen. 

Eppure, una domanda ci giunge: in tutto questo nessuno chiese a Persefone quale fosse il suo reale desiderio? Siamo sicuri che le avrebbe fatto piacere ritornare dalla madre?

Sappiamo solo che negli Inferi diventò una grande e potente regina, forte, impassibile e rispettata da tutti, in superficie, invece, continuava ad essere la “figlia bella e brava della dea Demetra“.

Camminata nel sottosuolo – Acrilico su tela – 100 x 100 cm

Il dittico dimezzato

Coppia di dipinti ispirati all’opera letteraria di Italo Calvino, “Il Visconte dimezzato”.  La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà. “Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti” disse Calvino “tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.”

Il Gramo – Il dittico dimezzato – Acrilico su tela – 70 x 100 cm
Il buono – Il dittico dimezzato – Acrilico su tela – 70 x 100 cm
Il dittico dimezzato – Acrilico su tela – 140 x 100 cm

 

Il Capricorno, l’inizio dell’anno

Enigma: Non è un pesce…non è uno stambecco… chi è?

Guido Bonatti, uno dei più noti astronomi e astrologi italiani del XIII secolo, sostiene che il Capricorno sia colui che sa condurre una buona vita, capace di provvedere ai suoi e altrui bisogni, che sa ben consigliare a chi chiede lumi, abile a fare i propri interessi, una persona che tende ad una visione melanconica, prudente, saggia. Nell’astrologia ad indirizzo psicologico la componente “capra” del segno rimanda alla tipologia immanente ed in analogia alla razionalità, caparbietà, ostinazione, fermezza. Mentre la componente “pesci” del segno rimanda alla tipologia trascendentale in analogia alla spiritualità, alla ricerca del sacro, alla profonda capacità di analisi e di connessione al mondo, sensibilità al male proprio e al male altrui.

E’ ormai tempo di solstizio d’inverno, avvenuto il 22 dicembre, quando il Sole si è trovato esattamente sopra il Tropico del Capricorno determinando il passaggio astronomico dall’autunno alla stagione invernale. Fino a tutto il 22 gennaio entreremo nel vivo della stagione del decimo segno di Terra dello Zodiaco, governato dal pianeta Saturno definito anche “Capra di Mare” essendo la capra e il pesce gli animali a cui è spiritualmente associato.

Decimo eroe dello Zodiaco a presentarsi al cospetto di Dio che gli affidò così la sua missione:

A te Capricorno, do il compito di essere e affermare la mia idea. Dovrai imparare a liberarti da tutto ciò che non sei. Solo quando avrai capito di essere “Anima” potrai affermare te stesso e il mio piano. Di certo, il tuo compito è duro e faticoso, ma affinché tu lo possa adempiere ti dono i talenti della disciplina, della tenacia e del distacco. Nel metterli a frutto presta attenzione che il peso della tua mente non schiacci il tuo cuore, perché allora l’ambizione, la durezza e il pessimismo renderanno il tuo viaggio aspro e faticoso”.

Quando il Sole entra nel segno del Capricorno la Luce, da un momento di estrema debolezza (solstizio invernale), inizierà progressivamente ad aumentare, per questo in questo segno troviamo i doni racchiusi nelle viscere della terra. Anche se i principi generativi della natura si liberano in primavera, è in autunno che i semi cadono sulla terra e poi è in inverno – detto saturnio- che la terra assorbe le semenze nel sottosuolo, come il Dio Saturno ha assorbito nel suo ventre i suoi figli prediletti per paura che questi un giorno avrebbero potuto privarlo del suo trono.

Il Glifo del Capricorno rappresenta una “capra acquatica”: le due corna nella parte superiore e la coda di pesce in basso. Ma la capra acquatica cosa vuole significare? La parte superiore “terrestre” rappresenta i valori legati all’elemento terra: gli obblighi, il senso del dovere, la stabilità ma anche la pazienza con cui si procede verso la conquista di sicurezze destinate a durare nel tempo. La parte inferiore, acquatica, rappresenta invece i valori legati all’elemento acqua: il piacere, la creatività, l’innovazione, i sentimenti e tutto ciò che è legato alla parte emotiva che in questo segno viene letteralmente “lasciata indietro”. Per questo il Capricorno, che apparentemente sembrerebbe un segno doppio in realtà e un segno Scisso. Un segno doppio si muove tra due mondi, pertenendo a entrambi; il Capricorno invece rappresenta il cammino verso la conquista di questa capacità di Unire due mondi. E’ un segno che deve conquistare la sua unità interiore. Il Capricorno rappresenta lo spirito con  cui mettiamo davanti (letteralmente poiché la metà capra è quella anteriore) una facciata determinata che scala la parete rocciosa alla conquista di una vetta che rappresenta l’ascesa sociale, la conquista di un ruolo di potere e di responsabilità in società, di denaro e di sicurezza materiale nascondendo e lasciando indietro la nostra parte che percepiamo come più vulnerabile, ossia la parte emotiva che vuole fare ciò che si sente e non ciò che deve fare, che vuole creare anziché seguire le regole. Non a caso il Capricorno è il segno opposto al Cancro, e viceversa: uno vede la parte emotiva come una debolezza da tenersi alle spalle, l’altro come la parte più preziosa di sé, da nutrire e da proteggere all’interno di una solida corazza, in modo che il mondo esterno non la sciupi. 

Ma perché il Capricorno presiede il solstizio d’inverno? La capra che scala la parete rocciosa mima il movimento verso Nord che il Sole inizia a compiere a partire dal primo giorno d’inverno; in questo periodo sono maggiori le piogge e le inondazioni, le nevicate e le gelate: perciò è anche una stagione particolarmente ricca di acqua. L’acqua che ricevono i semi (piantati durante la stagione dello Scorpione) rappresenta anche la pazienza e la costanza che è richiesta all’uomo per vederli diventare piante, con la primavera portata dal segno dell’Ariete. Non è un caso che il pianeta associato al Capricorno sia Saturno, infatti venivano chiamate Saturnalia le celebrazioni di questa divinità che avvenivano col solstizio d’inverno e cioè con l’ingresso del sole in questo segno. Secondo il mito e come raffigurato nel celebre dipinto di Francisco Goya, Saturno divorava i propri figli per paura che si avverasse la profezia secondo la quale uno di loro lo avrebbe spodestato e privato del suo potere. La metafora qui descrive perfettamente la lotta interiore di ognuno di noi, di cui il Capricorno è la massima rappresentazione: la tendenza a ignorare i nostri bisogni emotivi e la nostra parte irrazionale, per la paura che questa rappresenti un ostacolo al raggiungimento dei nostri obiettivi “terreni”. Quando arriviamo a comprendere che la nostra parte emotiva non è fragile ma ribelle e non è un nemico ma una forma personale di potere allora avremo integrato perfettamente la scissione che questo segno ci mostra.

Il mese del Capricorno ci offre moltissime opportunità. In questi giorni abbiamo grande bisogno di questa solida energia della terra e il Capricorno è sicuramente quello che ci offre forza e radicamento. I Capricorni sono famosi per essere tra i segni più pratici, ambiziosi, realistici e coerenti dello Zodiaco e in questo mese abbiamo tutti l’opportunità di connetterci con questa energia.

E non si poteva non associare a questo segno “Starman” di David Bowie (anche lui del segno Capricorno). Il Capricorno sta sulla vetta così come l’uomo delle stelle sta nel cielo; Troppo spettacolare per essere ignorato, troppo difficile da capire per comunicare per davvero con noi. 

O almeno così crede.

 

testo di Elvira Scognamiglio
grafica di Crinos

Il Sagittario, la Freccia che punta al cielo

E se ci lanciassimo in un’impresa senza troppa progettazione e senza mai porci la domanda “e se non funzionasse?”

Ecco una rappresentazione precisa del significato del transito del Sole nel segno del Sagittario che ci accompagnerà dal 23 novembre al 21 dicembre. 

Se la stagione dello Scorpione ha segnato un viaggio nelle profondità, la stagione del Sagittario ci invita a prendere lo zaino in spalla e partire all’avventura. Segno di Fuoco, governato da Giove, il Sagittario, in quanto segno Mobile, rappresenta il movimento, l’ardore, la libertà, lo spirito giovane ma è anche collegato alla filosofia e alla ricerca della verità.

Secondo l’astrologia Karmika di Schulman, fu il nono eroe dello zodiaco a presentarsi al cospetto di Dio.

“A te Sagittario, do il compito di far avanzare la mia opera nella giusta direzione. Dovrai concentrare la tua energia e dirigerla verso di me affinché io possa ispirare ogni tua azione. Ricorda che per udire la mia voce non sarà necessario esplorare tutte le strade della Terra, ti basterà soltanto seguire quella del cuore. Affinché tu possa assolvere il tuo compito, ti dono i talenti dell’entusiasmo, della verità e della conoscenza. Usali con discernimento, unendo mente e cuore. Non permettere che ingenuità e falsi ideali diventino ostacoli così grandi da allontanarti dalla tua meta”.

Partiamo dal Glifo: La Freccia che punta al cielo. Se i cervellotici Gemelli, segno opposto al Sagittario, rappresentano il pensiero che va al piccolo, al dettaglio, la tensione riprodotta dal tentativo di unire i “piccoli opposti”, il Sagittario è quella che gli amanti del linguaggio trendy definirebbero la “Big Picture”. Mirano al cielo, al cosmo, al macro, al grande e non per contemplarlo, né per analizzarlo ma per esplorarlo. La stagione precedente dello Scorpione ha consolidato l’autunno e ha rappresentato il seme che dorme sottoterra risvegliando la capacità di scendere nelle profondità e nell’inconscio. 

L’Arciere arriva per ricordarci che dopo l’introspezione e la discesa negli abissi è tempo di avventura; bisogna tornare sulla Terra, saggi di tutto ciò che il sottosuolo ci ha insegnato, per puntare al cielo senza esitazione e pessimismi. Per conquistare il cielo ci vogliono fiducia incrollabile e spirito di avventura ed il Sagittario ne ha da vendere. La freccia che punta al cielo simboleggia l’attenzione per la filosofia e la spiritualità. Questa stagione rappresenta la saggezza superiore che proviene dalla consapevolezza che tutto ciò che accade fa parte di un disegno più ampio e fondamentalmente benevolo. Non a caso il Sagittario non si scoraggia mai perché sa che anche dietro la disavventura più dolorosa c’è un cielo più vasto che ci consente di andare Oltre verso cose nuove. 

Il Sagittario rappresenta una creatura per metà umana e per metà equina: Razionalità e istinto si avvicinano e conquistando entrambe queste componenti l’uomo può aspirare al cielo, al Divino.

E’ quindi un movimento di espansione costante, esuberante e fiducioso. Quella saggezza che nasce dalla consapevolezza che c’è sempre altro oltre il nostro perimetro personale e oltre il mondo terreno che conosciamo. 

E’ l’ultima fase dell’autunno e allo stesso tempo una stagione che annuncia l’arrivo dell’inverno. I segni mobili coprono questi momenti di transizione da una stagione all’altra e per questo sono quelli che rappresentano il cambiamento, la flessibilità che consente la trasformazione della natura da quella attuale a quella della stagione successiva. I segni mobili hanno questa capacità di appartenere e di muoversi tra due mondi. La filosofia, la saggezza che questo segno rappresenta sono fondate sulla nostra capacità di pensare in modo flessibile, di essere adattabili e di saper così accogliere i cambiamenti e cavalcarli senza diventarne vittime. Per non farci sopraffare dalle difficoltà è necessario saper guardare tutto da una certa distanza con quel distacco un po’ ascetico che ci aiuta a farci scorrere addosso la vita. Il Sagittario è tutto questo; rappresenta allo stesso tempo il fuoco e la mobilità. E’ energia dirompente ma, allo stesso tempo, movimento rapido e costante che si adatta a tutto senza attaccarsi a niente. Rimane indipendente e fedele solo alla propria energia e per questo può rischiare anche di diventare caotico e inconsistente. 

Per tutti questi motivi è il segno che rappresenta i viaggi, fisici e intellettuali (ad es. lo studio) poiché il viaggio rappresenta l’azione di staccarci da ciò che conosciamo e dalle nostre radici per avventurarci ad esplorare l’ignoto, ciò che non abbiamo mai pensato, visto o fatto: ciò che per noi è nuovo e sconosciuto. Paura?! Niente affatto. La parola chiave è Ottimismo. 

Per associazione con il fuoco questo segno rappresenta anche la verità, intesa come quello schiaffo in faccia che preferiremmo non ricevere. E ’il segno dell’eloquio onesto e sincero, senza fronzoli e senza tatto che, come la freccia, mira dritto al punto e lo coglie risultando certamente brutale ma, in cambio, rendendoci liberi. 

Nessun simbolo come quello del Sagittario ama, incarna e difende la libertà. E’ infatti l’archetipo dello spirito libero. Il pianeta che lo presiede è Giove, pianeta dell’espansione, dell’abbondanza, dell’ottimismo e del godimento. Avete presente quando si dice “gioviale”? Che altro c’è da aggiungere?

 

Testo di Elvira Scognamiglio
Grafica digitale ed inchiostro  di Crinos

 

“il killer dell’ottimismo di facciata” – Lo scorpione

“Che noia!”- esclama con aria provocatoria lanciando il cappotto sul divano. Il tempo di entrare a casa sua e già si lamenta. E’ l’unico nello Zodiaco ad orientarsi nelle tenebre, a dare del “tu” al tormento –  non a caso – è considerato “il killer dell’ottimismo di facciata”. Grazie ad una mente telepatica ha imparato a dialogare con il suo inconscio. Odia stare nei salotti a fare conversazioni e non c’è da stupirsi se sparisce con una scusa perché in realtà vuole solamente stare con il suo abisso: parliamo del mistico segno d’acqua dello Scorpione.

Il 23 ottobre assistiamo all’ingresso del Sole in questo segno che da il via ad una stagione intensa e catartica in cui è possibile esplorare emozioni e reazioni, andare oltre l’ovvio ma soprattutto distaccarsi dal passato. La stagione dello Scorpione chiama sempre delle trasformazioni e ci spinge a liberare le nostre emozioni più profonde affrontando i nostri tabù. Del resto, questo segno è un autentico fuoriclasse nel rompere i limiti che invece il segno della Bilancia si impone al fine di mantenere rapporti di buon vicinato. Lo Scorpione, invece, non sopporta i luoghi comuni della buona educazione, il bon ton, le tavole decorate alla perfezione per nascondere chissà quali disagi. Ha un’intelligenza formidabile in grado di sfidare chiunque,  tuttavia, non conduce un’esistenza facile, aggrovigliato com’è alla sua “centralina emotiva”, alla scossa desiderante che tutti temono.

Segno Fisso, rappresentato dall’elemento Acqua possiede una natura estremamente sensibile ed empatica, secondo l’astrologia karmika fu l’ottavo a presentarsi al cospetto di Dio:

“…A te Scorpione, affido il compito di purificare ed eliminare gli ostacoli. Dovrai rimuovere e far morire tutto ciò che impedisce la realizzazione del mio piano, affinchè sia dato spazio a tutto ciò che è puro e nobile. Così comincerai da te stesso: imparerai a morire e rinascere dalle tue ceneri; poi insegnerai all’uomo a fare altrettanto. Affinché tu possa assolvere il tuo compito, ti dono i talenti della volontà, dell’intuizione e della rinascita. Usali con amore e non dimenticare che intolleranza, eccessivo individualismo e passioni incontrollate saranno grandi ostacoli lungo il tuo viaggio”.

E’ il segno centrale dell’autunno e rappresenta il principio della trasformazione; la stagione è ancora viva ma le temperature sempre più basse e le giornate sempre più corte permettono una fondamentale funzione in natura: la decomposizione. Governato da Plutone – pianeta del cambiamento e della rivoluzione e Dio dei morti nell’antichità – lo Scorpione agisce con circospezione ed estrema prudenza prevedendo il futuro esattamente come nel ciclo naturale in cui quello che tutti chiamano “morte” in primavera sarà rinascita. Come l’animale di cui porta il nome, che si nasconde sotto i sassi o si annida tra le fessure – comunque sempre nell’ombra – lo Scorpione tiene molto alla sua privacy, ama osservare, studiare e comprendere gli altri, per poterne prevedere il comportamento ma non ama essere a sua volta osservato, compreso e analizzato.

Un mito antichissimo che si ricollega al significato simbolico dello Scorpione è quello dell’Araba Fenice, uccello consacrato a Ra, il Dio del Sole, la Fenice era un animale fantastico, ma molto probabilmente il riferimento reale è frutto di una divinizzazione dell’airone del Nilo, il cui ritorno stagionale sulle sponde del fiume corrispondeva al ritirarsi dell’inondazione annuale e, quindi, alla rinnovata fertilità del terreno con conseguente abbondanza di cibo per le popolazioni egizie.

Il mito classico occidentale legato allo Scorpione, invece, è quello di Orione. Orione era un gigante, figlio di Poseidone ed Euriale, definito  “il più bello tra i mortali”, abile cacciatore, agitato da passioni dirompenti e da robustissimi appetiti carnali. Era solito andare a caccia in compagnia del suo fedele segugio Sirio: un giorno si imbatté nella dea Artemide/Diana, che si innamorò perdutamente del gigante con cui però non riuscì ad accoppiarsi, vista la sua castità e fedeltà alla moglie Eos. Quando però lo vide flirtare con le Pleiadi, in preda alla gelosia gli scatenò contro uno scorpione, che lo punse con il suo veleno mortale. Orione diventa la costellazione più brillante e visibile del cielo boreale mentre lo Scorpione è la costellazione opposta, collocata cioè alla massima distanza in modo da non minacciarlo ulteriormente.

Dall’interpretazione del Glifo, come per la Vergine, lo Scorpione è rappresentato da una M – che è la raffigurazione stilizzata dell’intestino che richiama – in entrambi i segni – alle qualità di percezione sensoriale e di intuito. La terminazione del glifo presenta una freccia che, a differenza del segno della Vergine in cui è rivolta verso l’interno rappresentando così l’introversione, in questo caso, essendo rivolta in fuori, rappresenta l’estroversione. In senso evolutivo corrisponde alla focalizzazione delle forze per (ri)produrre l’interiorità all’esterno.

L’archetipo a cui è associato è il Distruttore che rappresenta la parte della nostra coscienza che accetta e comprende la morte, la fine e la trasformazione; è un archetipo del viaggio e corrisponde alla fase di vita adulta in cui si fa l’esperienza: per poter passare da una fase a una successiva occorre accettarne la fine.

Nello Zodiaco lo Scorpione è opposto al segno del Toro; tale opposizione si rivela in termini di conflitto tra la forza di vita e di crescita da una parte e la forza di morte e di trasformazione dall’altra; tra il possesso e l’attaccamento del Toro e il distacco e il lasciar andare dello Scorpione; tra le sicurezze materiali dell’uno e il potere interiorizzato del secondo. Lo Scorpione possiede una profondità filosofica-esistenziale che il Toro non riesce a comprendere e concepire ma proprio la mediazione tra i due estremi riesce a rendere equilibrata la concezione della vita, nella quale si può godere e disporre dei beni materiali ma con la consapevolezza che non ci si può fare affidamento, perché tutto passa, e le vere sicurezze vanno cercate e trovate dentro di sé.

Il passaggio del Sole nello Scorpione, dunque, apre un periodo di grande apertura mentale che ci porta a guardare oltre le apparenze. La luce del Sole espande la natura dubbiosa ed inquisitoria dello Scorpione, rendendoci più curiosi ed interessati al mondo che ci circonda ma anche più sospettosi e diffidenti. Questo evento ci spinge infatti a scavare più a fondo, a riportare alla luce verità nascoste ma anche a mettere in dubbio i nostri dogmi e a non prendere tutto quel che sentiamo per oro colato. D’altro canto, durante questo grande flusso di energie, legate anche alla diminuzione della potenza solare, è molto importante dare energia al nostro “Sole interiore” sfruttando la spinta rigenerativa che sarà possibile solo se, come umanità, accettiamo di affrontare e fare i conti anche con le nostre ombre facendo attenzione a non auto- sabotarci.

 “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, asseriva lo scienziato Lavoisier riferendosi alla chimica ed a tutti i cambiamenti che in essa si concretizzano. Come durante questo passaggio del sole e di energie, è importante che nel momento in cui ci si trova davanti ad una difficoltà sarà bene capirla, affrontarla e non distruggersi perché tutto può essere cambiato ed evoluto nel tempo.

testo di Elvira Scognamiglio

grafica digitale di Crinos

 

 

 

Il Segno della Bilancia

Sotto le energie dell’Equinozio autunnale del 23 Settembre, il Sole si sposta nella costellazione della Bilancia e ci resta fino a tutto il 22 Ottobre. Proprio il 24 settembre, infatti, sperimenteremo il perfetto equilibrio tra ore diurne e notturne; Un caso? Pare proprio di no. Equilibrio, infatti, è la parola chiave per questo segno d’Aria, Cardinale ed Autunnale. Esattamente come la stagione a cui dà inizio, il temperamento del segno è moderato e temperato e non è un caso che proprio in questo periodo le forze della natura ritornino in armonia, i colori si facciano più sfumati e le temperature più miti e gradevoli.

Ma partiamo dalla missione evolutiva affidata a questo segno; E’stato il settimo Eroe dello Zodiaco a presentarsi al cospetto di Dio che gli disse:

A te Bilancia, affido il compito di valutare e scegliere ciò che è utile alla realizzazione del mio piano. Dovrai valutare ciò che serve e ciò che non serve e, infine, scegliere ciò che è utile far continuare. E’ un compito difficile e delicato, ma affinché tu lo possa assolvere ti dono i talenti dell’equilibrio, della lucidità di giudizio e del senso della bellezza. Usali con saggezza, senza farti lacerare dal mare di dubbi senza fine. Ricorda che indecisione, compromesso e accondiscendenza saranno gli ostacoli che incontrerai lungo il tuo cammino”.

E Bilancia, con rara grazia, ritornò al suo posto.


Nella rappresentazione del Glifo
, la Bilancia è l’unico segno ad essere associato ad un oggetto inanimato anziché ad un essere vivente. Coincidenze? Ovviamente no. La Bilancia, infatti, non è rappresentata da un animale o da una persona poiché in questo segno prevale fortemente la componente filosofica più di quella naturale. La Bilancia rappresenta, più che uno stato della Natura, un ideale di vita e un modo di Essere. La stagione della Bilancia, infatti, è equidistante fra nascita e fine del ciclo delle stagioni. Equilibrio e armonia, dunque, la fanno da capolista. Il Glifo stesso della Bilancia rappresenta lo strumento di misurazione dell’equilibrio ma anchelo sapevate?-il disegno stilizzato di un tramonto. La linea retta è la terra e il semicerchio il sole; cielo e terra, dunque, si incontrano disegnando un’armonia felice. La Bilancia è un segno Cardinale e cioè iniziatore; introduce, infatti,le facoltà intellettive; rappresenta soprattutto la connessione con gli altri su un piano mentale, la pace e la negoziazione. Al segno della Vergine segue quello della Bilancia poiché al periodo della vendemmia segue la ripartizione del raccolto. Dopo che la Vergine ha raccolto e conservato, infatti, la Bilancia arriva per dividere il raccolto con equità e giustizia fra tutta la comunità. E’ per questo che il segno simboleggia l’Etica, la Giustizia, l’attenzione sull’aspetto sociale-relazionale dell’esistenza e anche un certo perfezionismosicuramente meno pratico e asciutto di quello della Verginema più mentale e sofisticato. Dopotutto, il pianeta del segno non è solo Saturno ma anche e soprattutto Venere. Se Saturno ci suggerisce che il benessere bilancino nasce da un lavoro di ordine e precisione, Venere ci ricorda che poter mangiare tutto l’inverno grazie alla ripartizione precisa del raccolto è una forma di benessere materiale. La differenza con la Venere taurina -pianeta che governa il segno del Toroè che la Venere intellettualizzata della Bilancia contiene una nota di perfezionismo dato dalla ricerca dell’armonia perfetta che nel segno del Toro non prevale. Per la Bilancia, infatti, la bellezza è sempre simbolo di armonia; La bellezza diventa, quindi, un concetto, una cosa che, prima che godere, si impara, si crea e si conosce.

In quanto segno venusiano, la Bilancia presiede il senso dell’estetica ma anche l’arte, il galateo, la moda, il buongusto e in generale “il bello” che infonde pace e piacere alla sola vista. Alla Bilancia corrisponde anche il senso degli “altri” dato che il tipo di operato che simboleggia è strettamente legato al senso di comunità. Per questo è un segno di “relazione, di compromesso con gli altri, di socialità e aggregazione…Ma anche di diplomazia e negoziazione. Non dimentichiamo che, essendo un segno d’aria, il senso del rapporto sociale ha una forte componente razionale/intellettiva. Per questo alla Bilancia si associa anche il matrimonio e, in generale, tutto ciò che implica la realizzazione di un accordo e di un’armonia tra le persone suggellata dalla stipula di un contratto: “Un po’ Principi, un po’ Principesse e un po’ Notai”.

Sempre in quanto segno d’aria, nel paradigma bilancino troviamo anche leggerezza, spirito giovane, ironia e una certa sbadataggine. L’aria è infatti un elemento veloce che non rappresenta la concretizzazione dei valori quanto il loro concepimento con la facoltà del pensiero.

Quando il Sole entra in Bilancia è tempo di Diplomazia. Questo segno ci invita a riconnetterci con noi stessi, con i nostri desideri e anche con gli altri. L’obiettivo finale è quello di limitare il più possibile gli elementi della nostra vita che non ci piacciono. La sua influenza porta con sé energie innovative volte a dare il via a nuovi progetti e nuove esperienze L’‘idea di un nuovo inizio, infatti, è sempre molto presente, soprattutto quando inizia una nuova stagione, ma ciò che è importante in questo caso è soprattutto fare il punto sulle nostre relazioni per mettere al primo posto il nostro benessere e migliorare il nostro equilibrio interiore. Quindi cercheremo di armonizzare la nostra vita personale, la nostra vita emotiva, la nostra vita professionale e la nostra vita familiare. L’amore per stessi e per gli altri è il centro, il punto fondamentale di questa riflessione e di questa stagione. Non riusciremo magari a liberarci di tutto ciò che ci danneggia o appesantisce, ma quello che possiamo fare è concentrare la nostra vita sul piacere inserendo magari nella routine quotidiana più cose che ci fanno stare bene ed in equilibrio con noi stessi.

Insomma, il mantra è: “Amarsi”.

 

testo di Elvira Scognamiglio

grafica di Crinos

 

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